Nella prestigiosa sede del Circolo filologico Milanese, il prof. Carlo Bertelli e il Maestro Giuseppe Sigismondi De Risio hanno presentato il terzo Quaderno della Fondazione culturale della Collina d'Oro sul poeta scapigliato Ferdinando Fontana, esule in Ticino dalla fine dell'Ottocento. Presente anche l'autore della ricerca Timoteo Morresi, che si è soffermermato su alcuni aspetti della poliedrica personalità del Fontana e l'ambiente in cui ha trascorso gli ultimi due decenni della sua esistenza. Poeta, librettista, traduttore, giornalista, innografo, commediografo, editore, dialettologo: quella di Ferdinando Fontana (1850-1919) è una figura poliedrica, impossibile da sintetizzare in una definizione e, proprio per questo, estremamente affascinante. Dotato di grande intuito, carattere estroverso e idealista, visse esclusivamente delle sue opere, il che gli permise di mantenere una posizione indipendente. Di origini milanesi, in seguito ai moti del 1898, Fontana si rifugiò in Ticino, per la precisione a Montagnola, dove rimase per il resto della sua vita e dove, accolto da esponenti liberali radicali, trovò un ambiente ricco di stimoli. Il ritratto che Morresi ne traccia va a toccare i diversi aspetti della sua personalità e della sua versatile produzione, mettendo in luce il ruolo centrale che la Svizzera italiana ebbe nella sua vicenda. L’esito è un saggio che, snodandosi attraverso documenti, lettere e passi tratti dai suoi scritti, restituisce l’immagine sfaccettata e complessa di questo “scapigliato in Collina d’Oro”, il cui ingegno si dispiegò in molteplici ambiti: il romanzo, il teatro, il giornale, la satira, l’operetta che, come osserva l’autore del volume, “erano per lui mezzi per educare”; il tutto nella convinzione che “lo scrittore, se vuole essere latore di idee giuste e buone, deve comprendere il modo di pensare, di sentire, di parlare del popolo”. INVITO PRESENTAZIONE |